Il “Green Deal” o “Patto Verde” è il nuovo patto strategico della Commissione europea per lo sviluppo di una crescita sostenibile che consentirà di ridurre le emissioni e creare, nel contempo, sviluppo economico ed aumento nei posti di lavoro trasformando l’UE in una società più giusta e prospera, con un’economia di mercato moderna dove le emissioni di gas serra saranno azzerate e la crescita sarà sganciata dall’utilizzo intensivo di risorse naturali.

 

La CIC, come istituzione italiana all´estero, manifesta il suo completo appoggio al Green Deal, impegnandosi a promuoverlo tra i propri associati e in ogni sua attività.

 

Il Patto Verde riguarda tutti i settori dell’economia: i trasporti, l’energia, l’agricoltura, l’edilizia e settori industriali quali l’acciaio, il cemento, le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (“TIC”), i prodotti tessili e le sostanze chimiche. Esso prevede un piano strategico volto a promuovere un uso efficiente delle risorse passando ad un’economia di tipo circolare ed al ripristino della biodiversità, con una ottica costante alla riduzione dell’inquinamento globale.

 

L’idea principale è di fare dell’Europa il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050, dando impulso all’economia, migliorando salute e qualità della vita delle persone e tutelando la natura tramite l’utilizzo di una vera e propria “tabella di marcia” da seguire con azioni mirate per stimolare l’uso efficiente delle risorse, arrestare i cambiamenti climatici, mettere fine alla perdita di biodiversità e ridurre l’inquinamento.

 

L’obiettivo è di limitare l’aumento del riscaldamento globale e rendere più pulita la produzione di energia elettrica, che al momento è responsabile del 75% dell’emissione dei gas serra all’intero dell’UE (come la CO2). Per fare ciò, sarà necessario potenziare la diffusione delle energie rinnovabili e al contempo disincentivare l’uso dei combustibili fossili. Verranno introdotte nuove regole per rendere meno inquinanti le attività umane più generiche, i processi produttivi, potenziati i trasporti pubblici e verrà promossa la biodiversità per proteggere i boschi e le specie animali a rischio estinzione.

 

In tale transazione, si terrà conto degli impatti che scaturiranno nei sistemi economici di alcuni Paesi che sfruttano in maniera intensiva combustibili altamente inquinanti come il carbone. Il piano prevede, infatti, di fornire ai Paesi sostegno finanziario e assistenza tecnica per accompagnarli in questo processo di transizione verso la sostenibilità.

 

Per ogni obiettivo del Green Deal, la Commissione diffonderà prima un «piano strategico» e poi una «azione concreta», per consentirne il raggiungimento tramite l’utilizzo di direttive precise e regolamenti chiari da dover rispettare, cioè leggi europee vincolanti per gli stati nazionali. Per citarne alcune, le misure di cui si sta discutendo maggiormente, essenzialmente perché sono le più importanti che verranno presentate nei prossimi mesi, sono due:

  1. la cosìddetta “Legge sul Clima”, la base legislativa per tutti i provvedimenti che seguiranno nei prossimi anni.
  2. il “Fondo per una transizione giusta”, cioè il salvadanaio che servirà a finanziare iniziative sostenibili nelle regioni europee più arretrate e vulnerabili.

 

Le cifre di cui si è parlato per finanziare l’ambizioso piano si aggirano intorno ai mille miliardi di euro che, però, non provengono esclusivamente da fondi europei. La stima rappresenta, infatti, la stima totale dei soldi che potrebbero essere «mobilizzati» per l’implementazione del Green Deal. Difatti, una buona parte sarà proveniente dai cofinanziamenti, da prestiti europei e da investimenti privati “indirizzati” dai bandi. Per esempio, la Banca Europea per gli investimenti aumenterà la quota che riserva ai progetti sostenibili dal 25% al 50% dei progetti totali. In totale, la Commissione Europea ipotizza che circa un quarto del nuovo budget pluriennale possa finanziare progetti sostenibili (e quindi finire compreso sotto l’ombrello del Green Deal).

 

Tale piano viene condiviso anche dalla maggioranza dell’elettorato europeo: una grandissima parte di europei ritiene, infatti, che la protezione dell’ambiente sia importante (95%). E quasi 8 europei su 10 (77 %) affermano che la protezione dell’ambiente può stimolare la crescita economica.

 

In questo periodo storico in cui stiamo vivendo un’emergenza climatica e ambientale, il Green Deal europeo si presenta come una grande opportunità per migliorare la salute e il benessere sociale, trasformando radicalmente il modello economico su cui si basa. Tutti i cittadini avranno un ruolo importante ed attivo da svolgere e ogni settore industriale e Paese saranno interessati da questa trasformazione. È certo che i cambiamenti climatici e il degrado ambientale rappresentino una minaccia enorme per l’Europa e per il mondo intero e proprio in questa ottica globale, sebbene il Green Deal sia pensato per essere applicato innanzitutto nei Paesi Europei, la CIC ritiene opportuno promuoverlo a livello globale facendo leva sul suo vasto e ricco network professionale ed istituzionale.

 

Per questo motivo, la “hoja de ruta 2021” della CIC, condividendo profondamente le proposte, il fine e le strategie del Green Deal, ne promuoverà i valori sensibilizzando sul tema della sostenibilità e della de-carbonizzazione. È certo che per conseguire questi sfidanti obiettivi sia necessario sostenere fianco al fianco tutte le imprese e le istituzioni per migliorare gli standard ambientali mondiali e contribuire ad un mondo più sano e pulito.

 

Per saperne di più sul Green Deal e le iniziative di promozione della CIC, contattare direccion@camaracic.com.